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E poi un fiore è un fiore e un fiore è ancora un fiore, e ancora un fiore, un fiore e un fiore

, 2018
Profilati metallici, plexiglass, bulloni zincati, portalampade in ceramica, lampadine, cavi, dimmer
110 x 90 x 45 cm

C’è prima di tutto un fiore, e il decidere di permettersi un lungo tempo di osservazione, fino a farne affiorare il senso.
Vorrei che questo grumo informe fosse portatore di una bellezza in via di estinzione.
Laconico, nostalgico, tremendamente deflagrato. Il suo tempo è quello di un collasso, di un incidente, di una lacerazione. Strappato, spalmato, incendiato.
Un groviglio contorto, tagliente, fatto di ferri piegati e torti, plastiche colate e lasciate cedere sotto il proprio peso.
Mostra tutta la deriva di un processo di invecchiamento accelerato, fatto di graffi, tagli, abrasioni, buchi, superfici scannate, combustioni tossiche.
Qualcosa è dissipato, disidratato, evaporato. Resta un essere secco, fossile, futuro.
È la fine della traiettoria di un volo. L’aprirsi ultimo di un corpo alato.